Diamoci all'...a traina è meglio!!
Quando la pesca a l tonno è chiusa per farci un buon "carpaccino" bisogna insidiare dentici e ricciole, allora diamoci alla traina che forse ci darà qualche soddisfazione in più . Per questi due pesci l'esca principe è sicuramente il calamaro vivo che va catturato la sera prima o meglio la mattina appena albeggia, quindi bisogna alzarsi molto presto e iniziare a trainare con le totanare a buio fino al massimo alle ore 7,30/8,00 dopo è difficile fare catture, anzi se abbiamo qualche esca è bene iniziare a trainarle perchè i dentici iniziano la caccia.. Si può utilizzare anche l'aguglia viva, che si pesca un po' a tutte le ore specie vicino alla scogliera del porto, sia con la piuma, la meciuda, ma ancor meglio con il coreano o con il verme di terra vivo innescato con uno o due ami su un terminale del 18 o 20. Per insidiare questi dentici e ricciole va bene un calamento di 10/12 metri per il calamaro e 15/18 per l'aguglia dello 0,50/060 con un piccolo raddoppio di cm.30/40 dove sono gli ami, uniamo quindi il calamento alla lenza madre con una piccola girella dove agganceremo il piombo guardiano e via verso il fondo a cercare le nostre prede preferite.La velocità sarà di un nodo/ un nodo e mezzo. Le poste vicine più proficue sono l'isolotto di Palmaiola, Cerboli, la secca di Capo della Vita e la secca di Mezzo Canale tra Salivoli e Palmaiola, sono da preferire le cigliate sui 25 metri e le cadute del fondale fino ai 40 metri, quindi per raggiungere queste profondità occorre un piombo guardiano da 400 a 500 grammi ed è meglio se si pesca con la canna in mano sia per sondare il fondo sia per una ferrata decisa in caso di abboccata.
La velocità
Se la nostra barca al minimo non riesce a scendere sotto i 3 nodi, dobbiamo montare un piccolo fuoribordo che ci permetta comunque di manovrare anche con un po' di vento ed onda, oppure si può rallentere con due secchi grandi disposti a poppa, 
uno per lato , meglio una o due ancore galleggianti, dipende tutto dalla grandezza della barca. Se l'ancora galleggiante è grande va legata di poppa, dal lato che ci permette di manovrare a destra e sinistra, perchè altrimenti la barca girerà solo da un lato, basta provare.
Gli artificiali
Se invece siete amanti della traina con l'artificiale, settembre e ottobre è il periodo buono per tombarelli e lampughe e le catture non mancheranno. Le esche migliori da utilizzare sono i pesciolini finti da 7 a 9 centimetri della Yo Zuri, polpetti in gomma con testa in metallo e non, e l'intramontabile piuma bianca. I pesciolini riescono a tenere velocità fino ai 5 nodi specie se piombati, mentre per gli altri si può arrivare anche agli 8 nodi, comunque a secondo delle condizioni del mare si traina di solito da 4 a 6 nodi. Per la cattura di questi pesci l'assetto minimo di pesca è con tre canne, una centrale più vicina eventualmente piombata a 10 metri dalla poppa proprio nella turbolenza dell'elica e le altre due laterali a 20 e 30 metri. Se la barca lo permette si calano anche più canne 6-8-10, partendo dai 5 e 7 metri e le altre ad aumentare fino a 40 e 50 metri dalla poppa, se poi abbiamo dei divergenti il compito è più semplice, l'importante però è che le lenze abbiano diverse angolazioni sull'acqua questo faciliterà le curve senza intrigare. Di solito quelle vicine a poppa si "pinzano" in basso con le Stonfo o con un elastico. A questo punto basta mettere in moto e partire.


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Ecco l'articolo che scrissi su Pesca in Mare dopo l'esperienza dei mondiali in Senegal
I Vela di Dakar

( Nazionale Azzurra A e B )
Si sono svolti dal 22 al 28 giugno 2003 a Dakar, capitale del Senegal, i campionati mondiali di big game dove hanno partecipato con due squadre ufficiali Italia, Senegal, Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo, mentre con una squadra la Svizzera e Sud Africa, mancavano Egitto, Namibia. Le catture sono state moltissime con diversi pesci vela imbarcati, ma ancor più numerosi sono stati quelli rilasciati, per scelta dell'equipaggio o perché di peso inferiore ai kg.20, impressionante il numero di toccate sulle esche andate a vuoto. La taglia dei pesci pesati variava da 22 a 32 chili, mentre 35 chili è risultato il pesce più grosso della manifestazione.
Tecniche di p esca
Subito dopo la partenza le imbarcazioni si dirigevano su delle poste conosciute per fare il vivo, con l'ausilio dello scandaglio lo skipper individuava il banco dei pesci e si calavano immediatamente le mitragliette o sabiki alla profondità migliore, le catture si susseguivano a raffica ma non sempre erano alaccie, si catturavano sugarelli, sgombri e lecce stella.
Soltanto le alaccie e i sugarelli erano tenuti a bordo nella vasca per il vivo, gli altri venivano rilasciati perché non buoni per la traina a 2-3 nodi e devo dire che anche il sugarello resisteva poco a questa velocità e andava sostituito spesso, mentre l'alaccia era perfetta!
Appena si raggiungeva le 30 - 40 esche si partiva per la zona dei vela che era situata a circa 15-20 miglia a sud-ovest di Dakar, sulla batimetria dei 35-50 metri, dove comunque si trovava acqua blu. Sulla batimetria dei 100 invece si poteva incontrare il marlin ,ma non c'è stata nessuna cattura anche perché con la lenza da 16 libbre era una cattura difficile a meno di incontrare un esemplare di piccola taglia.
Tutti i team hanno perciò insidiato il pesce vela con due tecniche di pesca: traina con la"flappette" cioè con il ballyhoo o con l'alaccia morta con o senza gonnellina, cuciti al terminale e trainati a velocità di 5/6 nodi, oppure la traina con l'alaccia viva , e trainata da 2 a 4 nodi, questa tecnica ha portato molti strike ed è risultata la più catturante
Assetto di pesca
Con il morto si poteva pescare con 2 canne sui divergenti calate a 25 e 30 metri e due canne sulla poppa calate appena dietro i teaser, mentre con il vivo si pescava con tre canne, con quella di poppa in posizione centrale, che per onor di cronaca, nell'arco dei tre giorni di gara, ha avuto più attacchi delle altre laterali. Infatti il vela richiamato dai teaser e dalla schiuma delle eliche si avventava di solito sull'esca centrale, poi dopo sulle laterali, se in coppia si aveva un doppio strike. In questa pesca importantissima è la regolazione della frizione che deve risultare leggera e quasi su free con o senza cicalino inserito, in quanto il pesce non deve sentire nessuna trazione contraria nel momento che attacca l'esca, ed anche la regolazione della pinza sul divergente deve essere morbida e aprirsi al primo colpo di rostro.
Un accorgimento utile per salvaguardare le lenze sottili è di mettere tra la pinza e la lenza un elastico.
Quando il vela si avvicina per prima cosa l'esca salta fuori dall'acqua impaurita e mette in allarme l'equipaggio, comunque lo skipper dall'alto è sempre il primo a vederlo, a questo punto bisogna mantenere la calma ,ma non sempre è facile, perchè vedere il rostro o la pinna uscire fuori dall'acqua con lo skipper che ti urla:- Due, due Espadon - e qualche volta anche:-True, true Espadon - tenere i nervi saldi non è facile.

La pinza si sgancia ed è già un'emozione forte, quindi si toglie la canna dal portacanne e se la lenza va via, a questo punto viene il bello! Ci sono diverse opinioni tra i pescatori: si conta fino a tre, fino a 9 o più, oppure si va per istinto, si chiude la frizione, si alza la canna per ferrare una volta o più, ma comunque spesso il pescatore rileva l'esca di bocca al vela che non si è bucato,ed è necessario quindi riaprire subito la frizione e cedere lenza, perché se l'esca è rimasta sull'amo, il rostrato attacca di nuovo l'alaccia infuriato e questa volta non si può sbagliare perché non ci sarà un'altra opportunità.
Se invece dopo lo sgancio della pinza la lenza non parte e va in bando, vuol dire che il vela ha si l'esca in bocca ma è interessato anche ad un'altra esca quindi con calma ( se ce la fate!) si recupera la lenza per metterla in tensione e poi ferrare decisi. Spesso possiamo avere delle allamate multiple, come è successo anche a noi, che per ben due volte abbiamo combattuto due vela contemporaneamente portando a termine le catture.
Comunque in questa pesca ci sono diverse ferrate a vuoto e se si riesce a catturare il 50 per cento dei pesci abbiamo una buona media.

Nella tre giornate di gara abbiamo fatto il 13° con un solo vela rilasciato, nel giorno del master il 5° con due vela: uno in 7 e l'altro in 9 minuti, il terzo giorno 2° posto con due vela imbarcati e sei rilasciati. Piazzamento finale sesti e ottava Italia B, che ci ha permesso di essere terzi a squadre dopo Senegal e Francia.

E' stata una bellissima esperienza per tutti i componenti della nazionale e sicuramente dopo tutte queste catture e quelle del trofeo Rolex-Igfa, effettuato dopo i mondiali, a qualcuno verrà proprio la voglia di farsi un bel viaggio di pesca in Senegal perché di vela ce ne sono davvero tanti!!
... un ringraziamento particolare alla Federazione Italiana Pesca Sportiva e a Marco Pisacane, vice presidente settore mare, che ci ha accompagnato, e a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della partecipazion e a questi mondiali.
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